Vediamo alcuni "case studies", tratti da un rapporto del progetto europeo DATAGRID.
Un primo "case study" riguarda l'esperimento di monitoraggio dello strato di ozono (GOME).
I dati provenienti da 5 anni di osservazioni sono immagazzinati presso l'ESA di Frascati, e presso il KNMI in Olanda.
Una elaborazione tipica, che richiede i dati per un anno, necessita di 3650 files di 15 Mbytes ciascuno: si tratta di circa 15Gbyte di dati.
Per consentire una elaborazione distribuita, i dati vengono replicati in un certo numero di grandi istituti: oltre all'ESA e al KNMI anche a Parigi (IPSL).
Altre risorse proverranno dal CERN, dal CNAF-INFN ecc. In ciascuna di queste località saranno presenti nodi dedicati all'immagazzinamento delle informazioni, o nodi destinati all'elaborazione.
Un altro caso interessante riguarda l'acquisizione di dati ricevuti da osservazioni satellitari.
In questo caso, le stazioni riceventi (Kiruna in Svezia, Frascati e Matera in Italia) devono trasmettere tempestivamente i dati ricevuti alle stazioni destinate all'elaborazione, situate in Olanda (KNMI) e Germania (DLR).
L'infrastruttura di comunicazione deve garantire un minimo di 8 Mbps,
con picchi di 34 Mbps.
next: Uno "use case" per la biomedicina
previous: Le applicazioni di test
up: Introduzione