L'eliminazione di una moneta "fisica", comporta problemi di sicurezza. Il sistema di pagamento basato su transazioni elettroniche deve garantire la conclusione di transazioni sicure tramite la rete.
Per raggiungere una sufficiente sicurezza, la maggior parte dei sistemi di pagamento sviluppati o in fase di sviluppo si basa sull'uso della crittografia a chiave pubblica, che consente di creare documenti e titoli di credito digitali, autenticati e firmati crittograficamente.
Si fa quindi riferimento ai sistemi di pagamento, sviluppati secondo tre approcci diversi. Alcuni sistemi di pagamento si appoggiano sull'infrastruttura di gestione delle transazioni tramite carta di credito, cercando di integrarla con l'Internet. Altri si appoggiano sul sistema bancario e mirano a rendere possibile l'emissione di "assegni digitali". Il terzo, e più innovativo approccio, riguarda l'emissione di moneta elettronica.
Una moneta elettronica è un titolo di credito digitale, firmato da una banca o da un'istituzione non bancaria, che contiene la promessa di pagare, a vista e al portatore, il valore nominale della moneta. Essendo digitale, e quindi immateriale, la moneta elettronica può essere trasmessa tramite qualsiasi rete telematica.
Gli strumenti e i protocolli di pagamento proposti stanno crescendo in numero e in complessità di mese in mese. E' probabile che non vi sarà un solo strumento di pagamento telematico, ma una moltitudine di essi, proprio come nel sistema dei pagamenti attuale. Del resto, le esigenze da soddisfare sono numerose e ciascuno strumento si presta a coprire una determinata nicchia del mercato dei pagamenti. Il loro iniziale sviluppo dipenderà inizialmente dal decollo delle attività commerciali su Internet, e dai bisogni che ne deriveranno. In un secondo tempo la convenienza e la loro funzionalità potrebbero stimolarne l'uso anche al di là del commercio su rete.
Il problema è particolarmente grave per quanto riguarda la moneta elettronica che, per definizione, dovrebbe essere esente da rischi di credito, che attualmente sono, al contrario, tutt'altro che assenti. Il problema della gestione di tali rischi sarebbe, inoltre, amplificato dalla rapidità con cui i pagamenti in moneta elettronica dovrebbero venire accettati, rapidità che renderebbe impossibile raccogliere le necessarie informazioni riguardo la stabilità della banca emittente.
Un possibile problema che si puo'verificare con l'introduzione della moneta elettronica, In un contesto in cui la sicurezza tecnica e finanziaria è essenziale, in assenza di una regolamentazione della materia, è probabile che alcune grandi banche inizino ad emettere moneta elettronica, utilizzando la propria rete di filiali per gestire il regolamento dei pagamenti, dando luogo a possibili conflitti d'interesse, ed indebolendo il controllo monetario delle Banche centrali. Quindi, una decisione fondamentale rimane quella di decidere tra l'avere una Banca centrale o eliminarla completamente.
Se si ipotizza che anche la Banca centrale decida di sostituire al circolante cartaceo una forma di circolante elettronico tecnicamente sicuro, non avrebbe senso detenere conti correnti bancari come noi li concepiamo oggi. Infatti, il circolante elettronico consentirebbe di effettuare pagamenti direttamente, senza ricorrere alle banche.
In un contesto in cui la securitization del debito fosse molto accentuata, ed in cui i depositi fossero detenuti prevalentemente per motivi speculativi, le banche dovrebbero garantire un rendimento pari a quello delle attività alternative, e sarebbero, quindi, simili agli attuali fondi comuni d'investimento. Se queste banche-fondo emettessero anch'esse passività sotto forma di certificati digitali, verrebbero ad esistere dei mezzi di scambio, emessi da privati, in concorrenza con la moneta. Un sistema di cui studieremo la fattibilita', deriva dal sistema Svedese degli Sgurtz. Tali mezzi di scambio, contrariamente alla moneta, potrebbero non avere un valore nominale fisso, e garantirebbero un tasso di rendimento legato all'attività sottostante. Si potrebbe sviluppare un sistema in cui la moneta nazionale è solo uno dei vari mezzi di scambio.
In una tale situazione, il sistema monetario, basato sull'interazione fra Banca centrale e il sistema bancario, e gli stessi concetti di domanda e offerta di moneta risulterebbero profondamente mutati.
Con un semplice modello illustrato nel'opera si mostra come, sotto talune ipotesi, un aumento dell'offerta di moneta percepito come inflazionistico dagli operatori potrebbe essere controbilanciato da una riduzione del valore dei mezzi di scambio privati, che ridurrebbe l'offerta di moneta.
Passando alle conseguenze di economia aperta, la telematica e la possibilità di effettuare acquisti nel "cyberspazio", che è ovunque e in nessun luogo, accrescerebbe la sostituibilità monetaria sul lato della domanda.
In un tale contesto, diminuirebbe il controllo sulla moneta da parte della banca Centrale, sia in un contesto di cambi fissi che flessibili. Tale tendenza potrebbe però essere controbilanciata dai mezzi di scambio privati, che potrebbero costituire, in un'economia aperta con elevata sostituibilità monetaria, uno stabilizzatore automatico del tasso di cambio. Sostanzialmente, se gli operatori si aspettano che in un Paese il tasso d'inflazione sia superiore a quello degli altri, essi si attendono che i mezzi di scambio privati di quel Paese perdano di valore. Tale perdita di valore ridurrebbe l'offerta di moneta, e ciò costituirebbe un freno al deprezzamento della valuta del Paese divergente.