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Il programma Hello.java che abbiamo
appena visto è molto semplice: il suo effetto è solo
quello di scrivere un messaggio sullo schermo
Normalmente un programma, per risolvere il problema per cui è stato scritto, deve poter manipolare dei dati Esempio: Supponiamo di voler calcolare quale sia l'interesse maturato dopo un anno su un conto corrente che inizialmente contiene 1756 euro
Già in questo primo esempio, l'uso delle variabili rende invece il codice più chiaro e facilmente modificabile. Le variabili sono caselle di memoria a cui associamo un nome
Il
tipo double è
un
tipo di dati primitivo di
Java.
ATTENZIONE! ogni variabile deve essere dichiarata soltanto la prima volta che compare nel programma.
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Nella casella di
memoria si può memorizzare un dato con
l'operazione di
assegnamento.
Il valore ottenuto dalla valutazione dell'espressione a destra dell'uguale (il dato assegnato)
diventa il valore della
variabile il cui nome appare alla sinistra dell'uguale.
ATTENZIONE! non confondete l'operatore di assegnamento = con il simbolo di uguaglianza usato in matematica: sono due cose molto diverse! Si può anche combinare la dichiarazione di una variabile con la sua inizializzazione
Durante l'esecuzione del programma si può usare il nome della variabile per far riferimento al suo valore.
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Nel programma precedente le variabili che abbiamo
utilizzato non cambiavano molto: una volta inserito il valore
questo non veniva più modificato.
Esempio: Supponiamo di
voler calcolare quale sia l'interesse maturato dal nostro conto
corrente che contiene 1756 euro dopo due anni
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Il nome di una variabile deve essere un
identificatore ammissibile. In
Java, può
essere una sequenza di lettere o numeri che
non sia una parola chiave
(keyword) del linguaggio, e
che cominci con una
lettera. È ammesso anche il
carattere _.
Si consiglia di utilizzare nomi significativi per le variabili, per renderne intuitivo il significato e l'uso che ne viene fatto. Ad esempio, in un programma che calcola l'area di un rettangolo, dichiareremo le variabili base, altezza e area. Per evitare inconsistenze, non memorizzare mai in una variabile un valore che non corrisponda al nome scelto (es. non memorizzare l'area nella variabile base). Per convenzione, i nomi di variabili sono minuscoli, ma se composti da più parole, la prima lettera di ogni parola successiva alla prima è maiuscola (ad esempio, interessiComposti). |
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Riassumendo una dichiarazione di variabili
può avere varie
forme, ad esempio:
Il <tipo> è un qualunque tipo di dati ammissibile per Java, ad esempio un tipo primitivo, una classe, un tipo array, ... In generale, è opportuno inizializzare una variabile prima di leggerne il valore. Alcuni tipi di variabili che vedremo in seguito (variabili statiche e di istanza) vengono inizializzate automaticamente con dei valori di default, ma questo non avviene per le variabili locali dei metodi, che useremo più frequentemente.
Esempi di
dichiarazioni:
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Una costante è un'associazione
tra un nome ed un valore, che a differenza di una variabile viene
fissato una sola volta e mai più cambiato nel programma.
Una costante si dichiara come una variabile, premettendo la parola
chiave final:
final <tipo> <NOME> = <valore>; Per convenzione, i nomi delle costanti sono scritti tutti con lettere maiuscole. Se l'identificatore si compone di più parole, si usa il simbolo underscore _ per separarle.
Normalmente una costante viene inizializzata al momento della dichiarazione, ma non è necessario: l'importante è che non venga assegnata più di una volta.
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