Recensioni dei film che ho visto al cinema nel 2017
Vincenzo Ambriola
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Silence
(15 gennaio 2017)
Dopo un'ora di gesuiti in preghiera, di cristiani giapponesi in mistica adorazione dei suddetti gesuiti, di ambienti
bui o nebbiosi, di torture, ho abbandonato la sala prevedendo altre due ore di noia e monotonia. La mia relazione
di minoranza, basata su una visione incompleta del film, è un'astensione di giudizio che lascio a chi ha
avuto, invece, la pazienza di vederlo tutto.
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Il cliente
(21 gennaio 2017)
Lei fa la doccia, lui entra, lei si spaventa e si fa male, lui scappa. Il marito di lei cerca lui e,
dopo averlo trovato, lo accusa. Lui sta male. La trama di questo film si riassume in una riga.
Il resto è il mondo di Teheran, la vita di lei e del suo marito, il solito teatro che ci sta sempre bene
(Morte di un commesso viaggiatore), la censura iraniana. Perché non mi è piaciuto? Molto probabilmente
per la distanza culturale tra quel mondo e il nostro: donne che girano con il velo, persone che non si
toccano e non si abbracciano neanche quando vivono momenti e situazioni drammatiche, un senso del pudore
e del matrimonio che ricorda il delitto d'onore, una censura che abbiamo sconfitto tanti e tanti anni fa.
Non mi piace la tensione costruita ad arte, le improbabili storie. Al contrario, ho grande stima
degli attori, del regista che ha saputo raccontare bene, secondo i suoi schemi culturali, una vicenda
dai risvolti drammatici. Insomma, un film che fa senz'altro discutere.
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La battaglia di Hacksaw Ridge
(3 febbraio 2017)
Desmond Doss vive in Virginia con il fratello, la madre adorata e il padre ubriacone e violento. Dopo Pearl Harbour
decide di arruolarsi, per difendere la patria e per non sentirsi un vigliacco rispetto ai suoi coetanei. Ma Desmond
è un pacifista, non tocca le armi e non uccide le persone, una posizione incompatibile con quella di soldato ma, soprattutto,
inconcepibile agli occhi degli ufficiali a cui deve obbedire ciecamente. Riesce a partire per il fronte giapponese e
partecipa alla battaglia di Hacksaw Ridge, un mattatoio in cui perdono la vita tantissimi soldati americani e giapponesi.
Il suo contributo come medico di battaglia gli vale l'ammirazione dei commilitoni, che scoprono in Desmond un coraggio e
un'umanità senza limiti. Un film sulla guerra, nella guerra, contro la guerra, dove il bene e il male sono nettamente distinti,
il coraggio e la paura sono in primo piano, senza filtri. Desmond non è un ragazzo qualsiasi, vede la vita attraverso la fede,
difende i suoi ideali ma non condanna quelli degli altri. A chi gli chiede chi deve difendere la patria lui risponde che
non lo sa, ma che per farlo non si tirerà indietro, difendendo le sue idee, a costo della vita. Una posizione netta,
senza ambiguità, che getta una luce accecante sull'ipocrisia della guerra e di chi la combatte in ciabatte, davanti alla televisione.
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Manchester by the sea
(17 febbraio 2017)
Lee vive a Boston, nell'ammezzato di un condominio. Uomo triste, solo, un po' vi olento ma preciso nel suo lavoro di tuttofare.
Un giorno di inverno deve tornare a Manchester by the sea, cittadina sul mare in cui è nato ed è vissuto per tanti anni.
La storia inizia in questo momento e continua lentamente fino all'estate. I dettagli della vita di Lee ci sono presentati in
flashback, come attimi ricordati improvvisamente. I suoi parenti, i suoi amici, la sua vita precedente lo scuotono, lo richiamano
alla vita ma, al tempo stesso, lo rifiutano. Questo pendolo di emozioni suscita in Lee qualcosa che assomiglia a un nuovo desiderio
di vivere. La storia non termina, non sappiamo cosa succederà in autunno e negli anni a venire. Abbiamo assistito a due stagioni
della vita di un uomo, ne abbiamo conosciuto le vicende personali e il suo attuale stato d'animo. Un film lento, molto bello,
che non ha una morale o una conclusione. Un film che assomiglia a un album fotografico da sfogliare con calma, senza conoscere
le persone a cui è dedicato. Un film molto americano.
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The Great Wall
(23 febbraio 2017)
La muraglia cinese è un'opera colossale che difende la Cina dagli invasori. Ma se il nemico è un'armata di alieni allora
diventa inutile, nonostante la sua imponenza. Con queste premesse ci accingiamo a vedere un film difficile da classificare:
fiction, guerra, fantascienza? Purtroppo il risultato è un polpettone indigeribile, composto da realtà virtuale tridimensionale
(io l'ho visto in 2D), eserciti di comparse vestite con improbabili uniformi sgargianti, armate di armi assai fantasiose.
Matt Damon imperversa, fisicamente ma, soprattutto, eroicamente. Forse a qualcuno questo argomento piacerà, in un momento
storico in cui i muri vanno di moda, in Europa e negli Stati Uniti.
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Loving
(18 marzo 2017)
Richard e Mildred si sposano, non nel loro stato, la Virginia, ma a Washington DC. In Virginia, infatti, i matrimoni
interrazziali sono proibiti dalla legge e severamente perseguiti. Siamo nel 1958, non nel 1800, e in alcuni stati americani
le leggi razziali sono ancora in vigore. La determinazione di Mildred, assecondata da Richard, fa sì che un movimento per
i diritti civili collegato a Bob Kennedy, riesca a sollevare il caso davanti alla Corte Suprema e a far abrogare la legge
della Virginia. Un film lineare, in cui la coppia è messa a fuoco senza alcuna ideologia, mostrandone il travaglio e le
difficoltà che deve superare per continuare a vivere normalmente. Una coppia che all'inizio non capisce l'ingiustizia e che,
quindi, reagisce in maniera spontanea, senza saper gestire la reazione del sistema giudiziario della Virginia. Solo quando
entra in campo il movimento per i diritti civili si assiste a una presa di coscienza che infonde coraggio, soprattutto a
Mildred, rendendoli consapevoli del significato simbolico della loro battaglia. Molto intensi i due sposi, diversi non
solo per il colore della pelle ma proprio per il loro carattere: roccioso e silenzioso Richard, aperta ed empatica Mildred.
Li accomunano due sentimenti: l'amore e la stima reciproca.
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L'altro volto della speranza
(22 aprile 2017)
Un venditore di camicie decide di cambiare vita e di aprire un ristorante. Un ragazzo siriano non decide
di cambiare vita ma è la vita che lo costringe a cambiare nazione, ad abbandonare la sua terra per
salvarsi da morte certa. I due si incontrano e tra di loro nasce un rapporto di solidarietà, di fiducia.
Un film ironico, dove la musica folk finlandese fa da sfondo a una società che vuole aiutare i profughi
ma che non riesce a rinunciare alla sua scandinava precisione, al suo ordine, alle sue leggi. Un film simbolico,
dove ogni azione può essere letta in filigrana, ritrovandone il significato politico e sociale. Ad esempio,
la sorella del ragazzo siriano non vuole cambiare il suo nome perché non vuol perdere la sua identità culturale,
ricordandoci simbolicamente il valore del nostro nome, della nostra identità. Rivista con questa lente
interpretativa, l'opera di Kaurismaki rivela il suo messaggio profondo.
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La tenerezza
(28 aprile 2017)
Un avvocato napoletano oramai in pensione, vedovo, con una figlia e un figlio con cui non comunica,
anzi, che detesta apertamente. Una famiglia giovane che si trasferisce a Napoli, nell'appartamento
vicino a quello dell'avvocato. Due realtà che si incontrano, che interagiscono mostrando diverse
intensità di dolore, di incomprensione, di tragedia. Ma l'avvocato domina la scena, con le sue certezze,
la sua grande esperienza umana e anche con il suo enorme cinismo. Come sempre vince il destino, che annoda
i fili spezzati della trama e spezza quelli dell'ordito, senza dare a nessuno la possibilità di fuggire,
di trovare la propria strada o quella che poteva essere. Ottima regia e ottime interpretazioni, incorniciate
da una fotografia di altissimo livello che ci presenta una Napoli più vera di quella che conoscono gli
stessi napoletani. Una Napoli di persone, di vicoli, di palazzi scrostati e di palazzi tecnologici.
Una Napoli densa di emozioni e di tenerezza.
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Gold - La grande truffa
(6 maggio 2017)
A volte la realtà supera l'immaginazione. Come sia possibile convincere geologi, investitori finanziari,
agenzie governative che in nella giungla indonesiana ci sia un enorme giacimento d'oro, semplicemente
alterando alcuni esami di laboratorio, è qualcosa di sorprendente. Eppure questa vicenda è realmente accaduta
e il film si limita a raccontarla. Lo fa brutalmente, mostrandoci un personaggio alcolizzato, che fuma in continuazione
e che si comporta da pagliaccio per convincere le persone perbene a credere alla sua visione. Come contraltare,
abbiamo un geologo con una sola espressione, molto professionale, attivo ed efficace. Il resto è paccottiglia,
scene e ambientazioni innumerevolmente già viste (imbarazzante la stanza d'albergo piena di rose gialle) e poco interessanti.
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Sole cuore amore
(13 maggio 2017)
Due grandi amiche, quasi due sorelle. Una ha quattro figli, un marito, un lavoro, ma deve correre tutto il giorno
per sopravvivere. L'altra ha smesso di studiare all'università, è single, non ha un lavoro e la notte si esibisce
come performer, la sua famiglia borghese la aiuta nei momenti difficili. Le loro vite sono allacciate, perché
mentre lei lavora, l'altra le guarda i figli, li aiuta a studiare, li porta al parco. Due vite a incastro.
Poi la tragedia. Un film a moltissimi strati, da analizzare con calma per capire dove sta andando la nostra
società. Non quella dei talk show, dei SUV, delle vacanze alle Canarie ma quella del nuovo proletariato, di
chi non trova lavoro. Un film che indaga nel profondo dei rapporti di coppia, di amori che reggono nonostante
le difficoltà economiche, nonostante le botte, e di altri che non decollano per un vuoto interiore, una sofferenza
mai capita e mai risolta. E poi la musica, forte, intensa, che ipnotizza come il ritmo ininterrotto dei pullman
che vanno e vengono dalla periferia, delle metropolitane che non si fermano mai, come la vita di tutti coloro che,
moderni Charlot, sono legati agli ingranaggi di una nuova schiavitù.
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Sicilian Ghost Story
(20 maggio 2017)
L'assassinio di Giuseppe Di Matteo è stato uno dei tanti atti crudeli della mafia e questo film rende onore
alla sua memoria. Lo fa costruendo una storia di amore su una trama già nota di cui conosciamo il tragico finale.
Una storia di amore che vira nella pazzia, nella disperazione di una ragazza, Luna, che ha sentito il
cuore battere più forte per un compagno di classe, per poi vederlo portare via senza speranza di rivederlo.
La Sicilia come viene di solito rappresentata non compare mai, se non nella bellezza dei suoi paesaggi,
delle sue foreste, del suo mare. La madre della ragazza non è siciliana, ma le chiede di non farsi coinvolgere.
Il padre, invece, sembra spingere per un'accettazione supina dei fatti, affettuoso, compiacente forse complice
dei rapitori. Sono i coetanei di Luna il vero collegamento con la realtà, con la loro ingenuità, il loro affetto
senza preclusioni. Era difficile parlare di mafia senza parlarne, parlare della Sicilia senza citarla.
Fabio Grassadonia e Antonio Piazza ci provano e ci riescono a metà, scivolando talv olta nel non detto,
nel sogno, nelle meravigliose immagini curate da Luca Bigazzi. Forse, ma non lo sappiamo, qualche parola
di più ci avrebbe fatto capire meglio questo dramma.
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Dunkirk
(9 settembre 2017)
Maggio 1940, spiaggia di Dunkerque, 400.000 soldati inglesi in ritirata. Nolan racconta cosa è successo, dal punto di vista
di un giovane soldato che cerca di sopravvivere ad ogni costo, di un anziano signore che con la sua barca a vela affronta
la Manica per aiutare la Marina al recupero dei soldati, di un aviatore che dall'alto abbatte i caccia e i bombardieri tedeschi.
Lo fa usando immagini, poche parole, in maniera incruenta ma al tempo stesso crudele. Il mare è il grande protagonista,
anzi l'acqua del mare che riempie le navi colpite dai siluri, quelle mitragliate, quelle che cercano di raggiungere
in tempo la spiaggia di Dunkerque. Ma il mare è anche sotto i caccia che combattono tra loro e che vi affondano quando
sono colpiti. Un mare che separa due coste, quella inglese da quella francese, così vasto per separare due visioni
del mondo ma abbastanza vicine da vedersi a occhio nudo.
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Il colore nascosto delle cose
(16 settembre 2017)
Per una persona non vedente il bastone pieghevole bianco rappresenta l'autonomia, la capacità di muoversi e, quindi,
di ampliare l'area a lei accessibile. Imparare a usarlo, avere fiducia in se stessi è un passaggio importante ma non facile.
Soldini usa questo bastone come metafora della vita: devi imparare a conoscerla, avere fiducia e rischiare. Solo così la
vivrai consapevolmente e non la sprecherai. Tra i personaggi di questo film di ottimo livello, spicca la giovane cieca,
che non accetta la sua disabilità e rifiuta il bastone. Sarà un'altra cieca, molto matura, a cambiarla, a dimostrarle
che è possibile avere una storia d'amore normale, nel bene e nel male. Lui, il maschio vedente, dimostra la sua cecità
e la mancanza di un bastone (metaforico, ovviamente). Il passato lo opprime, rendendolo prigioniero di schemi rigidi,
apparentemente insormontabili. Ma per fortuna, ed è questo il messaggio di Soldini, è sempre possibile imparare a usare
il bastone per muoversi, per rischiare. Non sappiamo se la direz ione scelta sarà quella giusta, quella da seguire,
ma almeno il cammino è iniziato, per la giovane cieca e per il maschio confuso.
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Valerian e la città dei mille pianeti
(22 settembre 2017)
Futuro remoto, viaggi interstellari, civiltà aliene che si incontrano su Alpha, una gigantesca stazione spaziale
minacciata da un nemico sconosciuto. Ottime premesse per un film di fantascienza. Valerian e Laurelin, due giovanissimi
agenti governativi che viaggiano su una raffinatissima e potentissima nave spaziale, incaricati dal Ministro
della difesa terrestre di scoprire la causa della minaccia e di eliminarla. Già visto tante volte, ma andiamo
avanti. I due agenti si guardano amorevolmente, lui vuole sedurla ma lei resiste. Un po' insolito in questi
film ma ci può stare. Tanti effetti speciali, una razza superiore minacciata di estinzione. Normale, è un
film di fantascienza. Ma allora, cosa ha di speciale questo film di Luc Besson? Praticamente nulla che non
sia stato già visto, con l'aggravante di una recitazione penosa, dialoghi assenti, trama assolutamente
prevedibile, compreso il countdown che si ferma, come sempre, un secondo prima dell'apocalisse. Si salva
solo lo show di Rihanna, eclettico e armonioso.
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L'incredibile vita di Norman
(29 settembre 2017)
Chi è Norman Oppenheimer? Alla fine del film non lo sappiamo, così come non lo sanno neanche gli investigatori che
cercano di ricostruire la sua vita. Eppure Norman non si nasconde, anzi, fa di tutto per essere notato, per
partecipare, per organizzare, per aiutare. La mancanza di un passato rende Norman un personaggio difficile da
capire, con una, cento, mille interpretazioni. Nel breve periodo in cui lo vediamo agire è un faccendiere
coinvolto in attività che toccano aspetti importanti della sua vita: gli affetti, la religione, gli affari,
la politica internazionale, la pace e la guerra. Si muove sicuro su terreni scivolosi, in acque pericolose
è "un buon nuotatore", come ama ripetere spesso, intreccia reti sociali secondo logiche che solo
lui conosce e capisce. Sarà proprio la vanità a tradirlo (" ... perché tutto è vanità" Ecclesiaste 3.19),
quella voglia irrefrenabile di raccontarsi, purtroppo alla persona sbagliata. Un film molto bello,
in cui la splendida recitazione di Richard Gere risalta per merito di una regia attenta e raffinata.
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Blade Runer 2049
(5 ottobre 2017)
Un replicante è una copia di un originale, perfetta al punto che per riconoscerla è necessario ricorrere a un
Blade Runner. Ma se anche il Blade Runner è un replicante, allora come si procede? Si cerca di capire la
dinamica emotiva, indagando nei ricordi, cercando reazioni che l'originale non avrebbe o che avrebbe ma che
il replicante non sente come sue. Ma anche i ricordi possono essere innestati. Insomma, reale e virtuale si
mescolano, si inseguono tra di loro, facendo perdere di vista il punto di partenza. Blade Runner, l'originale
mitico film, è un replicante di un romanzo di P.K. Dick, facilmente riconoscibile dall'originale (almeno per
chi l'ha letto). Anche Blade Runner 2049 è un replicante di Blade Runner, anche lui facilmente riconoscibile
dall'originale. Eppure, la memoria delle due fonti originali rimane e fa sorgere il dubbio cheforse non sia
veramente un replicante: la colonna sonora, una Los Angeles cupa piena di insegne luminose, limousine che
volano e agenti a caccia di replicanti. Tutto ci riporta all'originale, anche se sappiamo bene che non lo è.
Questo gioco di ricordi, di inganni, di nascita e di creazione, di amore tra macchine che non dovrebbero amarsi
ma che invece lo vogliono e lo fanno, tutto questo è reale e piace, da godimento, evoca ricordi ed emozioni forti.
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Dove non ho mai abitato
(17 ottobre 2017)
Una storia di architetti: padre, madre, figlia, allievo prediletto. Una storia di reticenze, di silenzi, di rancori,
di sofferenze. Una storia prevedibile, scialba, poco interessante. Un film recitato malissimo,
con dialoghi spesso soffiati e sussurrati, inadeguati e poco espressivi.
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Una donna fantastica
(27 ottobre 2017)
Perché un maturo signore, ultracinquantenne, decide di rompere con la sua famiglia per vivere con un
transgender? Perché un ragazzo decide di cambiare sesso, diventare donna e vivere con un maturo
signore, ultracinquantenne? E se poi lui muore, cosa succede? Francamente rispondere a queste
domande non è semplice e in questo, Sebastian Leilo raggiunge il suo scopo, quello di farci
pensare e riflettere su temi complessi e intriganti. Ma proprio Leilo sembra non avere risposte,
incapace di trovare le parole che esprimano la sua posizione, la sua visione del mondo, lasciando
che siano solo le immagini e le espressioni dei suoi attori a fornire una chiave interpretativa.
E quando le immagini si indeboliscono, si affievoliscono, ecco che interviene uno specchio per
moltiplicarle, in un gioco di prestigio in cui tutti sanno qual è il prodigio. Virtù o debolezza,
libertà data allo spettatore di ritrovare dentro di se elementi e tracce o, semplicemente,
incapacità di prendere posizione. Per il resto niente da dire, un bel film con qualche ingenuità e
tante buone intenzioni.
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Mr. Ove
(3 novembre 2017)
Tutto deve essere in ordine nel piccolo mondo di Mr. Ove. Tutti i giorni fa un giro di ricognizione nel vicinato,
controllando che le auto siano parcheggiate bene, che il cancelletto di accesso alle villette sia ben chiuso,
raccogliendo cicche e inseguendo cani e gatti. La sua vita non è stata semplice, Mr. Ove è passato attraverso
tragedie familiari che l'hanno messo alla prova, impegnandolo in una battaglia disperata contro i "colletti bianchi",
come lui chiama tutti coloro che lavorano dietro una scrivania, anziché con le mani. A sconvolgere i piani di
Mr. Ove è una giovane donna persiana che gli trasmette nuove energie, la voglia di vivere e di trovare negli altri
l'affetto e il calore che l'hanno abbandonato. Un film delicato, che affronta il tema dell'invecchiamento della
popolazione nei paesi europei, della solitudine e del ruolo spesso determinante che hanno i migranti, con la
loro forza, la loro determinazione, il loro coraggio. Se il cuore di Mr. Ove è grande, è il sangue dei suoi
nuovi amici a scorrere nelle sue vene.
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Suburbicon
(18 dicembre 2017)
La morale borghese di una piccola città emerge in due modi diversi: una tragedia familiare per banali motivi economici,
la persecuzione di una famiglia di colore da parte della maggiornaza bianca. Un film bellissimo.