Recensioni cinematografiche del 2009
A cura di Vincenzo Ambriola
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Sette anime (12 gennaio 2009)
Quando il cinema italiano è realizzato con gli attori e la tecnologia americana il risultato è sorprendente.
In questo bellissimo film, Muccino dirige con grande maestria Will Smith, portandolo a livelli di recitazione
di alto livello. Commovente la storia, non poteva essere altrimenti visto il tema trattato, con numerosi
risvolti e dettagli che si capiscono e si apprezzano tornando a casa, ripensando a ciò che a prima vista
sembrava incomprensibile.
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Operazione Valchiria (31 gennaio 2009)
I simboli del passato pesano ancora su di noi. Ce ne accorgiamo vedendo questo film completamente
ambientato negli ambienti dell'alta gerarchia nazista, senza alcuna proiezione positiva. Anche Von Stauffenberg
e i suoi complici, proprio perché alti traditori, sono circondati da un'aurea negativa. Un film cupo,
in cui anche Tom Cruise fatica a entrare nel personaggio, nonostante la sua grande bravura.
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Frost/Nixon - Il duello (11 febbraio 2009)
Non è facile rendere interessante un fatto di cronaca politica, realizzando un film che non sia un documentario.
Ron Howard ci prova e ci riesce, grazie alla drammatizzazione di alcuni aspetti laterali (soprattutto finanziari)
e alla bravura degli attori scelti per interpretare David Frost e Richard Nixon. Da sconsigliare a chi si
aspetta azione e sentimenti, da consigliare a chi sa apprezzare una paziente costruzione del momento magico,
quello dell'ultima intervista a Nixon.
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Il curioso caso di Benjamin Button (18 febbraio 2009)
Giocare con il tempo richiede mano leggera e tanta attenzione per nascondere con garbo le distorsioni e gli
inevitabili paradossi. In questo film l'idea del tempo che scorre all'indietro è originale e ben sceneggiata.
Quello che irrita è l'atteggiamento un po' spocchioso di Brad Pitt (nell'ultima parte sembra che giri uno spot
del suo corpo), quello che annoia e stucca è il miele copioso che cola in tante scene. Meglio, si poteva fare meglio
e cercare di raggiungere le vette di Highlander (la colonna sonora dei Queen, quella sì che era vera musica).
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L'onda (4 marzo 2009)
A cento persone piace Battisti, cento persone tifano per la Juve, cento persone votano per un partito. Solo
se queste cento persone sono sempre le stesse allora si forma un gruppo con una forte identità. Per fortuna
a chi fa il tifo per la Juve non piace Battisti e, forse, non va neanche a votare. In questo film, l'assunzione
di base sulla formazione dei gruppi autocratici viene spinta all'eccesso risultando, per alcuni versi, grottesca.
Spesso banali, i dialoghi non costruiscono un'atmosfera drammatica. Bravi gli attori, molto giovani, che riescono
a ricostruire il mondo stravagante e magico degli adolescenti.
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Gran Torino (13 marzo 2009)
Il tema dell'identità nazionale, della difesa dei suoi valori è difficile da trattare, senza virare nel nazionalismo
o nel banale. Clint Eastwood riesce ad affrontarlo con grandissima arte da due punti culturalmente diversi, quello
americano e quello asiatico, senza mai scadere in ovvi stereotipi. Una storia semplice, affrontata con garbo e
delicatezza, recitata con la ruvidità di un attore che riesce ancora a stupire.
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Nemico pubblico n. 1 (L'istinto di morte - Parte 1) (18 marzo 2009)
C'è qualcosa di sfuggente in questo film drammatico e violento. Sembra che la trama sia assente e che tutto si
svolga arbitrariamente, secondo un filo logico nascosto, visibile solo attraverso la degenerazione progressiva
del protagonista. Bello il montaggio, dinamico e molto espressivo.
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The international (25 marzo 2009)
Per realizzare un bel thriller d'azione non è necessaria una trama complessa, basta un semplice elemento che riesca
a tenere viva l'attenzione dello spettatore. Il resto è facile: corse, spari, uniformi, un po' di sesso e un po'
di violenza. In questo film la trama è banale, tutti i tentativi di complicarla finiscono nel nulla. Ma, soprattutto,
non c'è niente che faccia salire la tensione e non c'è neanche una scena di sesso.
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Duplicity (15 aprile 2009)
Storia classica di una lei e di un lui che si affrontano e si confrontano, sovrapposta a un'evanescente trama di
spionaggio e controspionaggio industriale. Non è un film d'azione: la tensione non sale mai e nessuno si fa male.
Legnosa la recitazione di Julia Roberts mentre Clive Owen gioca a fare il bel tenebroso senza neanche accorgersi di
quando lo stanno riprendendo.
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Che - L'argentino (29 aprile 2009)
Sembra un documentario ma non lo è, sembra un film di guerra ma non lo è. Per molti la figura del Che
è sinonimo di lotta contro l'impero e questo film riesce a mostrare le difficoltà, l'asprezza ma anche
l'umanità di chi un impero l'ha combattuto davvero. Bellissima l'interpretazione di Del Toro, sempre
concentrato e mai sopra le righe.
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State of play (6 maggio 2009)
Gli ingredienti sono sempre gli stessi: un senatore americano, un giornalista curioso, un killer e i cattivi. Quello
che cambia e che può far lievitare la torta sono la bravura degli attori e la sceneggiatura. In questo film gli attori
se la cavano molto bene (Rossell Crowe è una garanzia) e la sceneggiatura regge anche se lo spettatore attento potrà
cogliere qualche piccola smagliatura.
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Star Trek (13 maggio 2009)
Musica roboante, effetti speciali, astronavi, alieni. Sì, va bene, ma dov'è la storia? Per chi, come me, non appartiene
al club dei star-trekkisti le vicende appaiono senza contesto, arbitrarie e molto confuse.
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Angeli e demoni (16 maggio 2009)
Magnifico spot su Roma e le sue chiese. Il resto è ovvio e scontato: la trama insegue quella del libro, alcuni personaggi
sono stati compressi per mancanza di tempo, gli incastri sono verosimili ma improbabili. Colpisce, invece, la legnosa
interpretazione di Tom Hanks: forse faceva il turista e si godeva Roma, durante le riprese, anziché concentrarsi
sulla sua parte.
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Terminator salvation (10 giugno 2009)
Nel quarto film di una serie di successo è difficile trovare grandi novità. Il contesto è già definito, i personaggi
delineati, la trama fortemente vincolata. Resta la scelta dell'ambientazione, la bravura degli attori, la musica e
qualche colpo di genio. In questo film colpisce molto l'ambientazione, ispirata a Blade Runner e ad altri film di
guerre stellari. Bella la fotografia, con colori originali e angolazioni efficaci. Non seguite la storia, godetevi le immagini.
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Eagle Eye (17 luglio 2009)
Il punto debole delle storie in cui un computer attacca l'umanità è la mancanza di una connessione efficace tra il mondo virtuale e
quello reale. In questo film gli umani agiscono per conto del computer perché minacciati e ricattati, minacce e ricatti
resi possibili dalla raccolta imponente di dati sulla loro vita. E se al posto di un computer ci fosse un umano a
raccogliere dati, a minacciare e ricattare altri umani?
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La ragazza che giocava con il fuoco (26 settembre 2009)
Si fatica un po' a seguire la trama, per via dei nomi scandinavi che si assomigliano tutti. Ma la trama non è
l'elemento più importante di questo film, basato più sui personaggi e sulle loro interazioni sociali. Interessante
la recitazione di Noomi Rapace (nel ruolo di Lisbeth Salander), in un ruolo non facile e sfuggente.
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District 9 (30 settembre 2009)
Un film multiforme in cui l'aspetto fantascientifico è un pretesto per trasmettere un messaggio sociale (gamberoni
come clandestini), per mostrare le grandi potenzialità del cinema digitale, per divertire. Certo, alcune scene
sono rivoltanti (a nessuno piacerebbe mangiare cibo per gatti) ma sempre meno cruente di alcuni film dell'orrore.
Una sorpresa la bravura di Shartlo Copley: impacciato all'inizio, espressivo e mobile alla fine.
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Bastardi senza gloria (7 ottobre 2009)
Il passato può essere cambiato, il futuro no. Con questa frase in mente Tarantino riscrive un passato tragico,
nella speranza che il futuro non cambi e che la follia del secolo breve non si ripeta. Il resto è classe,
amore per il cinema e un pizzico di gigioneria. Bellissima la colonna sonora, un reverente omaggio a Ennio Morricone.
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La battaglia dei tre regni (28 ottobre 2009)
Per metà uno spot sulle bellezze della Cina, per l'altra metà una noiosa e lenta sequenza di improbabili
scene di guerra, il tutto condito da scadenti effetti speciali. Nel caso vi venisse una voglia irrefrenabile
di vedere un film di guerra, cercate quella vecchia cassetta di Ben Hur.
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L'uomo che fissa le capre (12 novembre 2009)
Forse gli attori hanno usato il copione di un altro film o forse durante il montaggio qualcuno ha mescolato
le pellicole. Molto probabilmente qualcuno dall'altra parte dell'oceano ha pensato che fosse sufficiente
un cast di stelle e un storia "cute" per accontentare il pubblico, soprattutto quelli che hanno vissuto
il 68 e rimpiangono quei giorni e quei film (sto pensando a Jesus Christ Superstar). In realtà il risultato
è proprio indecente.
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Nemico pubblico (18 novembre 2009)
Ti piacciono gli attori, conosci e apprezzi il regista. Ti aspetti di vedere un capolavoro, qualcosa che ricorderai
con piacere e vorrai rivedere per capire meglio la trama e apprezzare le battute e, invece, devi sorbirti
un mattone lento, a volte più sdolcinato di Titanic.
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A serious man (11 dicembre 2009)
La ricetta è sempre la stessa: prendi una storia minima, raccontala con lentezza e precisione,
aggiungi qualche personaggio secondario e presentalo ossessivamente in situazioni sempre uguali,
scegli accuratamente la colonna sonora. Se di solito il risultato è deludente, i fratelli Coen invece
riescono nell'impresa.