Capita spesso di sentire gli studenti riferirsi agli "assistenti" (figura professionale in estinzione da anni) oppure confondere "Facoltà" con "Corso di Laurea" o "Dipartimento". Non è una semplice confusione di termini, favorita talvolta dalla stampa stessa, ma probabilmente lo specchio di una comunicazione disattenta tra accademici e studenti.
Prendiamo come esempio il termine "professore". Per ottenere tale titolo occorre superare un concorso pubblico, le cui modalità sono variate nel corso degli anni. Il docente di un corso universitario non è però necessariamente un professore, ma viene nominato da un consiglio (di cui parleremo alla fine) scegliendo tra diverse figure accademiche. Può risultare utile spendere alcune parole in proposito, ricordando che possono esserci le dovute eccezioni come ogni tentativo di classificazione.
Le figure strutturate sono tre: ricercatore, professore associato (o di seconda fascia) e professore ordinario (o di prima fascia). Rappresentano la progressione di carriera di persone stabilmente assunte dall'Università (mediante la conferma in ruolo) dopo un periodo iniziale di prova di tre anni. Si inizia come ricercatore e, possibilmente, si termina la propria carriera come professore ordinario. Ciascuna tappa non è automatica ma avviene mediante concorso; tuttavia, non è obbligatorio rispettare tutte le tappe. Per esempio, un ricercatore particolarmente attivo può diventare professore ordinario. Oppure una persona proveniente da una struttura di ricerca non universitaria può diventare direttamente professore tramite concorso.
Bisogna ricordare che l'Università si occupa di didattica e di ricerca scientifica, nonché di amministrazione e di gestione delle proprie risorse. Degli ultimi due aspetti se ne occupa a tempo pieno il personale non docente, ovvero amministrativi e tecnici di vario genere. Ai primi due aspetti i professori dedicano parte considerevole del loro tempo, gestendo inoltre le strutture connesse alle loro attività. Anche i ricercatori si occupano di didattica, seppure dedicando più tempo alla ricerca scientifica. Talvolta si identifica con "il ricercatore" la persona particolarmente impegnata in attività di ricerca scientifica. Può essere un professore o un ricercatore, ma anche una delle altre figure non strutturate che gravitano attorno all'Università (gli "assistenti" non sono quindi figure professionali attualmente in concorso; lo sono state molto tempo fa con altri obiettivi).
Le figure non strutturate sono ricoperte per un periodo limitato (dai due ai quattro anni, a seconda dei casi). La prima figura è quella del dottorando o specializzando ed è lo studente del terzo livello di studi dopo la laurea specialistica, ovvero il dottorato di ricerca o la scuola di specializzazione. Viene formato per svolgere attività di ricerca dopo aver superato un concorso mediante titoli ed esami. In molti casi usufruisce di una borsa di studio. Tipicamente lo sbocco consiste nello svolgere attività di ricerca e/o dirigenziale nelle aziende oppure nel mondo accademico, per esempio sostenendo il concorso per ricercatore. Un'altra figura è l'assegnista di ricerca, anch'essa dotata di borsa di studio mediante concorso. È un ruolo rivestito normalmente da un dottorando dopo aver conseguito il titolo di dottore di ricerca. Gli permette, al pari delle altre figure appena menzionate, di occuparsi di ricerca.
Passiamo alla didattica. Chi è il docente? La risposta è un professore o un ricercatore. Oppure il professore a contratto (a titolo gratuito o meno) che viene nominato in quanto esperto della materia insegnata per un periodo limitato (un semestre o un anno accademico) ma rinnovabile. Non è necessariamente un professore o un ricercatore, in quanto non ha sostenuto un concorso come loro, però durante il periodo di nomina può fregiarsi del titolo di professore (il che contribuisce ad accrescere la confusione negli studenti). Tipicamente proviene dal mondo dell'industria e delle aziende oppure da una struttura pubblica di ricerca come il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
Il docente può essere affiancato da un esercitatore, da un cultore della materia o da un supporto alla didattica. L'esercitatore fornisce un complemento alle lezioni del docente mediante le esercitazioni. Può essere un altro professore o ricercatore, un dottorando o un assegnista. Il cultore della materia coadiuva, a titolo gratuito, il docente durante lo svolgimento degli esami ma non può svolgere altro tipo di didattica. Infine, il supporto alla didattica affianca il docente durante lo svolgimento dei laboratori. Può essere anche uno studente degli ultimi anni, se impiegato in un laboratorio dei primi anni.
Considerando l'aspetto organizzativo, esistono strutture delegate alla didattica, alla ricerca, nonché all'amministrazione e alla gestione delle risorse. Tra le varie strutture, ne vediamo solo alcune. I dipartimenti ospitano le strutture di ricerca e parte delle loro strutture amministrative. Solitamente, lo studio di un docente è presso un dipartimento.
Per la didattica, ogni studente è iscritto a un corso di laurea, e più corsi di laurea fanno capo a una facoltà. Se i dipartimenti sono il punto di riferimento per la ricerca, le facoltà lo sono per la didattica. Quindi un professore fa parte di un dipartimento come affiliazione ufficiale per la ricerca, svolgendo la sua attività didattica nell'ambito di una o più facoltà. I docenti che insegnano in una data facoltà provengono da vari dipartimenti (in realtà esistono anche corsi di laurea interfacoltà). Per esempio, il corso di laurea triennale in informatica fa parte della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e vi insegnano docenti che provengono dai Dipartimenti di Informatica, di Matematica e di Fisica. Della stessa facoltà fanno parte altri corsi di laurea, come quelli in chimica, biologia, fisica, matematica, ecc.
Quindi non ha senso dire "vado in facoltà". Piuttosto si può dire di essere iscritto a un determinato corso di laurea. Il luogo fisico dove avvengono le lezioni sono le aule e i laboratori e non la facoltà. La facoltà ha comunque una sede, ma viene usata per scopi amministrativi e per riunire periodicamente i docenti appartenenti alla facoltà. I consigli di facoltà e di corso di laurea si occupano infatti di programmare l'attività didattica, nominare professori, esaminare il piano di studi degli studenti, ecc. Uno studente può comunicare direttamente con alcuni componenti di tale consigli oppure, indirettamente, tramite i propri rappresentanti degli studenti eletti democraticamente.
Quanto riportato sopra rappresenta un quadro sintetico e parziale delle figure professionali e delle loro strutture di supporto senza entrare nel merito (il rettore, il senato accademico, le biblioteche, ecc.), con la speranza che si possa chiarire una terminologia che spesso rimane confinata in ambito accademico, per cui si indica una persona come assistente del professore oppure si identifica erroneamente un corso di laurea con l'intera facoltà.
Roberto Grossi
Professore associato, Dipartimento di Informatica,
Università di Pisa
http://www.di.unipi.it/~grossi/vademecum.html