Recensioni cinematografiche del 2011

A cura di Vincenzo Ambriola

  1. Hereafter (7 gennaio 2011)
    Non sappiamo se esiste un mondo dopo la morte, anche se molte testimonianze ne affermano l'esistenza. Clint Eastwood ci presenta un'ipotesi, costruendo tre storie che si incastrano delicatamente alla fine del film. Niente male la recitazione di Matt Damon, di solito rigido e inespressivo.
  2. Il Grinta (24 febbraio 2011)
    La giovane orfana e il vecchio sceriffo si confrontano sui valori della vita, in un'avventura all'aria aperta. Nonostante la grande differenza di età, non hanno difficoltà a comunicare tra loro. Metafora al contrario della società attuale, dove cinque anni di differenza scavano un solco incolmabile? La maestria dei fratelli Coen ci pone davanti a questo interrogativo. I paesaggi incantati del west americano fanno il resto.
  3. Biutiful (3 marzo 2011)
    La vita a Barcellona è dura nei vicoli della povertà, dell'illegalità e dell'immigrazione clandestina. Ma anche in questo spazio confinato ci sono sentimenti, amore, onore. La morte, invece, è sempre la stessa: cieca e crudele.
  4. Il gioiellino (23 marzo 2011)
    Il ragioniere costruisce la rete di inganni finanziari mentre il presidente decanta i valori morali dell'azienda. Mentre tutti rubano e frodano, si va avanti verso il baratro. Ottima la recitazione di Servillo, impassibile e freddo nel suo ruolo di eminenza grigia. Davvero memorabili alcune battute: inventiamoli (i soldi, ovviamente).
  5. Habemus papam (27 aprile 2011)
    Psiche e anima sono argomenti sacri, ognuno con i propri sacerdoti, riti, dubbi e certezze. Moretti fa un'opera di dissacrazione, contrapponendo un papa esitante a uno psicologo affermato. Alla fine vincerà l'esitante, forte della sua debolezza, né primo né ultimo.
  6. Source code (4 maggio 2011)
    I viaggi nel tempo sono sempre avvincenti, ma richiedono leggerezza, fantasia e rigore. In questo film manca tutto, soprattutto una decente colonna sonora.
  7. The tree of life (18 maggio 2011)
    Malick ci mette le immagini, la musica, le emozioni. Lo fa in maniera abbagliante, con grazia ed eleganza. Il resto ce lo dobbiamo mettere noi, perché è in discussione il nostro rapporto con la famiglia, la religione, il lavoro, il gioco, in un dialogo interiore che deve essere stimolato ma non imposto. Senz'altro un film diverso dagli altri: onirico, allegorico, mistico, insolito.
  8. Cose dell'altro mondo (7 settembre 2011)
    Nonostante la buona volontà di Patierno nel presentare la complessa situazione degli immigrati in Italia e del ruolo che hanno nella nostra economia, alla fine di questo film si percepisce un leggero e sgradevole senso di razzismo. Bella la recitazione "morettiana" di Mastrandrea, mentre Abatantuono si esibisce in una macchietta a volte insopportabile.
  9. Super 8 (14 settembre 2011)
    Notevole la recitazione dei ragazzi, impegnati nell'impresa di realizzare un cortometraggio in Super 8. Per il resto, ancora un'altra storia a lieto film in perfetto stile Hollywood.
  10. Il debito (21 settembre 2011)
    Una storia molto improbabile, per gli evidenti errori di sceneggiatura. Il ritmo narrativo è lento e inutilmente opprimente. La recitazione di basso livello. Che ci fa un pianoforte in un appartamento sudicio e in pessime condizioni?
  11. L'alba del pianeta delle scimmie (28 settembre 2011)
    Troppe scimmie in questo film e pochi personaggi umani, che non riescono a superare la barriera dell'indifferenza. Notevoli, invece, gli effetti speciali anche se nelle scene di gruppo si notano dei pattern comportamentali (delle scimmie, ovviamente).
  12. A dangerous method (5 ottobre 2011)
    Notevole la recitazione di Keira Knightley, nella parte di Sabina Spielrein, l'amante di Jung. Il film scivola docilmente tra dotte citazioni psicanalitiche e scontati problemi coniugali.
  13. This must be the place (19 ottobre 2011)
    Quando il ritmo della vita rallenta e la memoria ha il sopravvento sul presente, può accadere qualcosa di prevedibile ma inatteso che sconvolge e coinvolge. La colonna sonora, le immagini e la splendida recitazione di Sean Penn sono gli strumenti che Sorrentino usa con maestria per raccontare un risveglio.
  14. I primi della lista (17 novembre 2011)
    "Pigia Lulli!". Negli anni settanta i celerini caricavano i cortei di studenti e operai, la tenuta democratica della nazione era incerta, la lotta di classe era viva e forte. Qualcuno pensò che il peggio fosse arrivato, e decise di mettersi in salvo. Il resto è leggero e divertente, ma lascia una punta di amaro in bocca.
  15. Le idi di marzo (19 dicembre 2011)
    Mentre si svolge il rito delle primarie americane si vedono sfilare personaggi coinvolti in trame e complotti. A parte la superba interpretazione di Ryan Gosling, tutto il resto è piatto e convenzionale. Una nota a margine: in Italia gli eventi raccontati sarebbero stati trattati, al massimo, come incidenti di scarso rilievo.

Validated by HTML Validator