Recensioni cinematografiche del 2010

A cura di Vincenzo Ambriola

  1. Il mondo dei replicanti (20 gennaio 2010)
    A un certo punto non sono più riuscito a seguire la trama, distratto da riflessioni sui replicanti e dal confronto con altri film. Non credo di aver perso molto (i soliti spari, inseguimenti, timer che scattano entro dieci secondi, umanità da salvare). Non basta una buona idea per fare un film che si ricordi, altrimenti avremmo decine di Blade runner e di Matrix.
  2. Tra le nuvole (27 gennaio 2010)
    Per capire ciò che accade nel film bisogna essere americani, da noi il licenziamento arriva con una fredda raccomandata con ricevuta di ritorno. Ci manca il senso di smarrimento, di terrore che si prova a vedere qualcosa che potrebbe accaderci, forse domani, appena arrivati in ufficio. Non rimane, allora, che una storia buffa, a tratti crudele, con un George Clooney in gran forma. Una storia che merita di essere vista.
  3. Codice: Genesi (3 marzo 2010)
    Terra post nucleare? Già visto. Guerriero senza paura e imbattibile? Già visto. Difficile costruire una nuova trama senza ripetere il passato. Quello che conta è come si ripete il passato e in questo film ci sono molti aspetti positivi: la fotografia, la recitazione di Denzel Washington, l'ambientazione mai banale. Godibile.
  4. Shutter Island (10 marzo 2010)
    Provate a immaginare una delle vostre canzoni preferite suonate da un bravo pianista (Scorsese) su un ottimo pianoforte a coda (Di Caprio) ma utilizzando solo due ottave: quella più bassa e quella più alta. Sareste in grado di riconoscere la canzone ma vi darebbe molto fastidio il rimbombo dei bassi e lo stridore degli alti. Questo film è fatto così: una trama ricca di spunti, un ottimo regista, un ottimo attore, ma una scelta sbagliata della musica, della sceneggiatura, delle riprese. Merita vederlo per riflettere sulle conseguenze sconvolgenti di un evento drammatico.
  5. Il profeta (24 marzo 2010)
    La violenza in carcere è un tema classico, così come sono un classico gli stereotipi presentati in tanti film: carcerati muscolosi che sollevano manubri, secondini violenti e corrotti, buoni oppressi e cattivi oppressori. In questo film la storia è vista da un'angolatura diversa, con grande attenzione alla ricostruzione realistica dell'atmosfera cupa e oppressiva che avvolge il carcere. La storia è un pretesto per parlare di scontri etnici, violenza, esasperazione. Ottimo risultato, senza dubbio.
  6. Green zone (9 aprile 2010)
    Corre, Roy Miller (Matt Damon). Corre nella notte di Bagdad, affogando i suoi ideali in pozzanghere di menzogne. Fotografia superba, riprese mozzafiato, per una storia improbabile con improbabili personaggi.
  7. L'uomo nell'ombra (14 aprile 2010)
    Artificioso. Nella trama, che si fatica ad accettare per l'improbabilità delle coincidenze. Nella presentazione della CIA, come centrale di complotto e di reati. Accettandone l'artificiosità, il film è godibile per la sensazione che dà di qualcosa di già visto e apprezzato.
  8. Cella 211 (21 aprile 2010)
    Andando al lavoro sulla superstrada un TIR può scavalcare il guard rail e cambiare la vita di una persona. Questo film parla della violenza del destino sulla vita di due persone e mezzo. Lo fa con crudezza, usando le quinte di un carcere spagnolo, dove la violenza è un atto quotidiano e anche una persona mite deve tirar fuori gli artigli per sopravvivere.
  9. Agora (30 aprile 2010)
    La Storia insegna sempre qualcosa e per capire il presente dobbiamo guardare il passato. Colpisce in questo bellissimo film la tenacia della donna di scienze, che fino alla morte non rinuncia alla sua libertà di pensiero, continuando a pensare ai cerchi, alle ellissi, alle stelle e ai pianeti. Una metafora della vita moderna, dove la libertà non è più (quasi ovunque) un obiettivo da raggiungere ma il sonno della ragione una costante.
  10. Iron Man 2 (5 maggio 2010)
    Traslare un fumetto in un film richiede molta attenzione, per non alterarne la cadenza narrativa e cadere nella trappola del banale. Iron Man 2 è un tentativo riuscito: tanta azione (grazie a effetti speciali convincenti) tanta violenza ma niente sangue. La recitazione poteva essere più emozionale, ma Jon Favreau ha scelto diversamente.
  11. La regina dei castelli di carta (1 giugno 2010)
    Aver letto il libro mi ha distratto un po', perché cercavo di riconoscere la storia per come scorreva. Nel complesso un bel film con qualche sbavatura narrativa incomprensibile. La recitazione è molto fredda, gli attori sembrano incapaci di trasmettere le emozioni dei personaggi. Ma forse tutto questo è voluto, per non stravolgere i tratti comportamentali degli scandinavi.
  12. The American (11 settembre 2010)
    Se vi piacciono l'Abruzzo, il silenzio e George Clooney questo è il film per voi. Non vi aspettate niente di speciale da una versione in sedicesimo di 007, però. Se siete curiosi di vedere la parte di Violante Placido, navigate su Internet. C'è di meglio.
  13. Inception (29 settembre 2010)
    Non provate a raccontare la trama di questo film, sarebbe troppo banale o troppo complicata da ricostruire. Non provate a descrivere i luoghi virtuali in cui Di Caprio si muove con agilità, sarebbe come descrivere un elefante a chi non l'ha mai visto. Provate solo a ricordare la tensione che avete vissuto e l'emozione finale, ma non condividetela con altri, potrebbe essere un sogno.
  14. Innocenti bugie (8 ottobre 2010)
    Le vere bugie sono quelle del trailer, che fa sperare in un film d'azione avvincente e serrato. La realtà, purtroppo, è molto diversa, un cine-panettone americano con Tom Cruise nelle vesti di uno straziante agente segreto, iperattivo, sempre sbarbato e pronto per l'uso, e una Cameron Diaz rigida e inespressiva, anche quando indossa il bikini. Neanche le scene girate in tutto il mondo salvano il film, da vedere solo in caso di estrema necessità.
  15. Fair game (26 ottobre 2010)
    Negli Stati Uniti mentire è un reato grave, che può costare un'intera carriera politica. Il tema della menzogna è nuovamente affrontato in questo film documentario, alternando aspetti personali di una vicenda complessa con il resoconto della seconda invasione dell'Iraq. Come sempre, alla fine "God bless America".

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